Ogni incontro di ESF prevede un momento di scrittura, di riflessione e di sintesi da parte dei corsisti.
Qui di seguito il contributo di due Educatrici senza Frontiere.

L’aspettativa chiamata desiderio…
Incontrare facce amiche. Scoprire che le paure sono le stesse. Sono le stesse le barriere, le insicurezze, i desideri. È lo stesso il bisogno di avvicinarsi. È scoperta rassicurante.
L’aspettativa chiamata desiderio…
Sconvolgimento. Ribaltamento degli ordini fissati. Non sono arrivata, non sono nemmeno all’inizio. Forse non lo sarò mai. Preferisco cambiare, smontare le mie sicurezze (anche se molto doloroso) e lasciarmi trascinare da nuove proposte.
L’aspettativa chiamata desiderio…
I miei ragazzi. Il centro delle mie  riflessioni. È inevitabile riferirmi a loro. Domandarmi in che modo questo percorso può migliorare il mio essere educatrice con loro. Senso di colpa. Per tutte le volte, troppe, in cui non sono educatrice.
L’aspettativa chiamata desiderio…
Tornare a casa e lungo il viaggio confrontandomi con mio marito. Siamo sulla stessa onda. Stiamo coltivando il senso della nostra famiglia. Speriamo che questa esperienza ci aiuti a farlo crescere.

Francesca

…”è meglio una direzione giusta di una risposta facile, l’immaginazione nella testa non può restare immobile.”
È così che mi sento, in continuo movimento…non solo fisico ma interiore, è la ricerca continua che mi spinge oltre…oltre la frontiere? Chissà…forse un giorno, che in fondo altro non è che ogni giorno. È sporcarsi le mani con quei colori che magari non useresti mai…è un aquilone di pezze colorate che vola in alto, al di là delle nuvole, che vola verso l’arcobaleno e dall’alto ammira la terra…quella terra sulla quale passo dopo passo ti cammini dentro e colori la tua libertà.
Un altro tassello va ad inserirsi nel grande puzzle. Nuove emozioni e consapevolezze vanno a riempire quel vulcano che vive, scalda, si muove. È iniziato un altro viaggio e non posso che augurarcelo a modo mio, con due semplici parole… DRUM BUN!!!

Giorgia

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