Stiamo lasciando Nyagatare e il Rwanda con gli occhi, l`anima, il cuore e la testa colmi dell’Africa, quella vera, quella che non c’è sugli itinerari turistici e quella che nessuna agenzia ti può far vivere.
Stiamo lasciando un mondo diverso,nuovo,con tanta voglia di cambiarsi e migliorarsi,ma allo stesso tempo antico,ricco di storia e con la certezza che il suo passato e’ una testimonianza per tutta l’umanità.

Alle nostre spalle c’è una comunità,una casa,molti ragazzi e tante storie, c’è una difficoltà nel comprendersi e un`altra nel capirsi,c`e`la nostra fatica quotidiana nel vivere,o provare a farlo,il “tempo d`Africa”. Si proprio il tempo,con tutte i suoi significati e in tutte le sue forme,e`stato ed e`il carattere o l’oggetto più difficile da capire qui nel continente nero,le parole attesa, ritardo e senza fretta,ci hanno accompagnato il questo mese.Noi dall’alto della nostra “fretta europea” abbiamo dovuto adattarci,pazientare e,appunto aspettare…….. Certo che,per quanto la situazione fosse poco chiara e disorganizzata,in un certo senso non abbiamo perso tempo quando,dopo pochi giorni,abbiamo aperto una porta
di una casa nuova,nel pieno “nulla” ruandese,e di colpo 18/19/24/27/32 ragazzi (sui numeri andrebbe fatto un lungo discorso,mi pare che qui non usino il sistema metrico decimale nostro..!) sono entrati in una nuova vita che,per loro,e`rappresentata da: quattro mura, acqua corrente, energia elettrica e un posto per stare insieme……
Le nostre difficoltà e paure iniziali sono state rinvigorite ma anche accantonate dagli stessi protagonisti di questa avventurosa (poco organizzata) e magnifica storia: i ragazzi di strada di Nyagatare e dintorni, che hanno occupato i letti e le sedie del nuovo alloggio ma anche e sopratutto i nostri cuori e le nostre anime……… Stiamo quindi lasciando tutto questo e di sicuro molto altro,ma stiamo anche partendo con “lo zaino” pesante pieno di tutti questi giorni passati a dare forza alle  nostre idee, praticità alle nostre iniziative e non in ultimo il senso di “comunità”a questa casa nata in un posto lontano e difficile,costruita da gente particolare e diversa, ma abitata e vissuta da adolescenti in difficoltà, da piccoli uomini soli e cresciuti in fretta, pero`uguali a tutti i giovani del mondo.
Proprio l`ultimo giorno, quando tutto ci sembrava finito, fatto o cercato di portare a termine, quando tutto pensavamo di aver detto in una delle tante lingue che abbiamo utilizzato, quando appunto ci stavamo salutando,qualcosa è successo,un fulmine ci ha colpiti e resi fragili insicuri ma anche commossi e felici, la voce di un quattordicenne ruandese qualsiasi uno degli ultimi arrivati, uno che era in carcere che ci ha detto: “grazie amici italiani, perchè per la prima ed unica volta in tutta la mia vita qualcuno si e’preso cura di me…mi ha aiutato a lavarmi……….!!!!!”
Perchè i ragazzi di strada di Nyagatare sono ragazzi del nostro mondo e quindi ciao, ciao amici africani.

 

Vittorio Glave

 

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