Ci sono esperienze, sentimenti, sensazioni che è difficile rendere concrete. La mente, il pensiero ci girano attorno senza seguire un filo logico, viaggiano, mescolano, confondono. Il mio viaggio in Madagascar, nella sua semplicità, sta cercando ancora di essere metabolizzato.
E’ stato un ammasso di emozioni che si sono fuse tra loro.
Nel cuore e nella mente mi porto tutto, quei volti, quelle timidezze che fanno sorridere, i primi giorni dove mi sono sentita più piccola di una formica, i primi abbracci e i primi sguardi di complicità, i giochi, gli scherzi, quelle tre notti insonni “da folle” che sentendo il giorno della partenza avvicinarsi mi mandavano in crisi totale.
Perché poi ci si abitua alla semplicità, ai ritmi, alla quotidianità e se anche la comunicazione è elementare a causa delle diverse lingue, ti riempie il cuore, lo spirito.
Ci si arrangia, ci si sforza di voler comunicare e quando non si trova il modo, esplode una risata che termina con uno sguardo che dice più di quello che le parole possono esprimere.
Si inizia a far caso ai piccoli miracoli, che non siamo più abituati a vedere.
Perché non bisogna guardare poi così lontano, conta solo il momento in cui riesci a vederti dentro di loro.
Si incontra chi riesce a farci dimenticare che ci troviamo a rovistare tutti i giorni tra le cose che un giorno sembravano vere, perché lì, in realtà, le cose vere le vivi, ti sfiorano e ti sconvolgono.
In questo viaggio, sono stata io a essere educata da coloro che mi hanno sfiorato con la loro esperienza, il loro sorriso, la loro cura nei miei confronti.
Sono diventata una spugna e ho assorbito tutto quello che potevo.
Vivere la quotidianità con calma, senza la schizofrenia che ci appartiene solitamente, ti impone di passare quel tempo con se stessi che, io per prima, evito il più possibile. Sarà per quello che ho sognato tutte le notti.
Il mio pensiero non si è mai fermato. E’ terapeutico.
Il giorno della partenza mi sono sentita cosi vuota, incompleta. Perché in un mese si capisce giusto il ritmo, i rapporti iniziano a essere più solidi, si entra nella mentalità e mi è sembrato di andarmene proprio sul più bello. E quando sono tornata mi sono sentita così lontana da quello che avevo lasciato qui.
Vorrei continuare a scrivere, credo che potrei scrivere per ore di questa esperienza, ma sarebbe un’esplosione di pensieri, senza capo né coda, senza ordine e confusi.
La mia metabolizzazione continua.
Nel cuore e nella mente.

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