Scritto da Federica Berrobianchi e Elena De Luca

“Educare a Huambo è sapersi aspettare, camminando insieme, e se c’è da fermarsi, vuol dire che valeva la pena sostare senza pensare che niente andrà perduto.”

Lo scorso anno conclusi l’ultima pagina del diario di viaggio in Angola con queste paro-le.
Le scrissi lasciandomi alle spalle mesi lunghi e difficili.

In quei mesi il giorno e la notte erano così aperti che accoglievamo tutto quello che en-trava nelle nostre giornate insieme. Il pianto, l’abbraccio, la luce nelle stanze, colori nuo-vi nel refettorio, nuove finestre con cui proteggervi dal freddo, la parola ritrovata dopo i lunghi silenzi, e la promessa di chi vi chiedeva di saper aspettare che tanto saremo tor-nate.

Per anni abbiamo riempito questo posto con giochi e parole, sedendoci e fermandoci nella polvere e sotto la pioggia. Ci siamo detti cose, sussurrato speranze tra le pieghe dei diari e nelle parole in casa, ma ogni volta in noi nasceva l’incertezza di ciò che sa-rebbe accaduto dopo la nostra partenza, e la speranza che niente di ciò che avevamo lasciato sarebbe andato perduto.

Abbiamo camminato per anni sulla superficie di un sogno fino a quando il nostro sogno non è andato nel sogno di qualcun altro ed è diventato realtà.

Il sogno ha preso forma ed il 22 febbraio siamo tornate.
Questa volta per restare, senza più dover scappare.
Questa volta siamo tornate per mantenere le promesse.
La pazienza e la meraviglia delle piccole cose ci accompagnano, giorno dopo giorno,
passo dopo passo lungo questo cammino insieme.
Cammino fatto di speranza e attese, di sacrifici e soddisfazioni, d’impegno e costanza.
Cammino fatto di cambiamento.
Cammino fatto di Parola.
Insieme vogliamo andare lontano, consapevoli che le difficoltà durano qualche giorno e poco più…le cose belle, anni.

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