Recensione di Cristina Mazza

Un passo più in là, un movimento ampio o breve. Andare via proprio in un certo momento. E’ allora che le cose cominciano ad accadere. Quando si chiude la porta della stanza dei giorni quotidiani e si va oltre l’incanto di un tempo immutabile, oltre la promessa beffarda che la vita può attendere ancora a lungo. Andare via. E’allora che la vita sembra poter accadere in maniera più decisa e repentina. Intensa e improvvisa.

E’ cosi che è cominciato questo viaggio dentro le pagine del libro.
La prima sensazione che ho avuto mentre mi accingevo a prenderne confidenza, leggendo le prime righe, è che qualcuno lo stesse leggendo per me. Una voce maschile, chiara pulite, come quelle che hanno gli attori di teatro che hanno studiato per anni dizione e sanno come catturare l’attenzione delle persone con la voce, profonda a volte, accentuata altre, stridula o melodiosa. Come se quella voce che nel mio immaginario cercavo di affibbiare al mio attore di teatro preferito, mi cullasse, raccontandomi una storia.
Ecco si… una storia raccontata, anzi molte storie raccontate. Ma sempre la stessa voce.

Quando chiudevo il libro, per affaccendarmi in altro, sentivo la paura salire… forse lui poi non ci sarà più a raccontarmi questa storia? forse la sua voce sarà diversa? Forse ci sarà qualcun altro?

Ho sfidato il destino. Ma l’ho sempre ritrovato. E ne sono grata. Una nota costante tra le pagine di vite confuse, lontane, di amori meravigliosi consumati in un giorno o durati una vita intera; vite poco normali, di chi si è trovato per caso o per destino in situazioni in cui la vita ha chiesto molto e a questo molto hanno risposto, con la parola, con la nota, con la poesia, con il pugno alzato, con il mento fiero, con la ricerca spasmodica di mentori da imitare, ma sempre in viaggio, sempre alla ricerca.
Il viaggio, compagno di storie mai sperate ne immaginate. Un treno, una moto, una macchina, un bastone, un aereo, un a camminata nel parco, …. In movimento, un passo dopo l’altro… le cose accadono, fuori dal tempo dell’oggi, fuori dai minuti del fare.

C’è un momento in cui bisogna andare via, necessario come l’aria che respiriamo, come il cibo che ingeriamo, come l’acqua che beviamo. Andare, andare via…. Lasciare che il cuore si prenda cura di sé. Andare via proprio in un preciso momento, soprattutto quando il viaggio fa paura, “perché ogni minima emozione ci scuote fino al fondo dell’essere”.

Lui, il mio narratore, mi ha preso per mano, e senza paura mi ha fatto assaporare quegli amori del passato che avevano il sapore dell’infinito, vissuti nel profondo fondo dell’essere e cercarti fino all’esasperazione come bisogno essenziale per continuare a far battere il cuore.

Dal Sud America rivoluzionario che ha visto le prime forme di una battaglia, alle isole del tesoro, ai bicchieri di Vodka, alla paura della repressione, del carcere e della violazione della propria libertà e identità, ciò che ha vinto è sempre e solo stato un “fiore tra le mani.”
Buona lettura a voi

TITOLO: Controvento
AUTORE: Federico Pace
EDITORE: Einaudi
ANNO: 2017
PREZZO: 14 euro

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