Storia tratta dalla performance teatrale “L’arcobaleno”, atto unico di A.Magi, C.Meriggi

Martina Alessandrini ha scelto per noi un testo per parlare di colori e diversità.

C’era una volta un paese abitato dai colori.
Ogni colore aveva qualità, caratteristiche, emozioni, realtà diverse.
Il rosso aveva come caratteristica la vitalità.
Il viola aveva come qualità la creatività.
Il verde aveva come caratteristica l’attenzione.
Il blu aveva come qualità particolare la sensibilità.
Il giallo infine aveva come qualità l’allegria
Ogni colore era stupendo, aveva caratteristiche meravigliose, uniche, diverse, ma vedeva solo e soltanto la propria ricchezza e la propria bellezza, ignorando o disprezzando quella degli altri. E questo cosa portava? Incapacità di comunicare, di dialogare, e l’impossibilità di realizzare qualcosa insieme.
Era necessario cercare un rimedio a questa situazione: fu deciso allora di scegliere il Colore vincitore che avrebbe annullato la varietà delle caratteristiche colorando il mondo solo di se stesso.
Così pensavano, non ci sarebbero state più discordie.
Chiamarono come giudice un tale, che si faceva chiamare il Pittore della vita.


Arrivato in paese, iniziò a guardare i quadri realizzati dai colori e disse loro: “Bello, veramente molto bello, ecco direi vitale, però osservate. A questo sole manca qualcosa, manca un po’ di giallo che riscaldi, un po’ di arancio che colori di rosa il cielo e le nuvole. Come a questa notte, non è forse più bella una notte illuminata dalla luce gialla e tremula delle stelle? E questo prato, praticamente perfetto, che cos’è un prato se ogni tanto non scopriamo tra i fili d’erba un fiore azzurro, o rosso, o giallo?”
Il pittore della vita aveva affascinato ed entusiasmato i colori. Ma gli anziani del paese credevano che le idee innovative espresse dal Pittore della vita portassero scompiglio nell’ormai consolidata abitudine di discordie, intolleranze e sopraffazioni. Mentre gli anziani tramavano per esiliare il nuovo venuto, il Pittore della vita parlava ai colori “Esiste un’idea nuova per colorarvi, un modo diverso, totalmente nuova per voi e forse un po’ difficile da capire, ma non impossibile. Ognuno di voi, non ho dubbi, è bellissimo, e porta in sé una gran ricchezza. Ma pensate a quanto sarebbe più bella la vostra vita se per esempio voi rossi e voi gialli riusciste a coinvolgere con la vostra vitalità e allegria, i blu, i viola e i verdi. O quanto sarebbe più bello per voi verdi prestare attenzione alle cose senza farsi prendere dall’ansia, magari con un po’ di sensibilità ed allegria? La vostra vita così avrebbe più senso, la vostra bellezza, la bellezza di ciascuno di voi, comincerebbe a dare frutto e a crescere. Ma se ognuno di voi si chiude in se stesso il suo colore perde la luminosità e diviene opaco. Forse potreste provare ad aprirvi agli altri ed a donarvi un po’ a loro”.
Intanto il consiglio degli anziani aveva preso la sua decisione: il Pittore della vita doveva essere estromesso. E così in modo diplomatico gli fu recapitato questo messaggio: “Considerato il suo comportamento contrario al nostro modo di vivere e di pensare, e, soprattutto, poiché disorienta gli animi dei nostri giovani, riteniamo la sua presenza inopportuna e la invitiamo caldamente ad abbandonare la città
”.

Il popolo, saputo ciò che era stato deciso dal consiglio degli anziani, fu invaso da una varietà di sentimenti. Delusione, tristezza rabbia per la partenza del pittore, ma anche gioia ed entusiasmo per ciò che grazie al Pittore avevano scoperto.
Il Pittore della vita li salutò dicendo “Non vi preoccupate, il fatto che io sia stato cacciato non è più un problema, io me ne vado, ma il mio messaggio l’avete capito, l’importante è che io sia riuscito a dire a ciascuno di voi e a tutti voi insieme, quanto sia più bella e colorata la vostra vita, se vi aprite all’altro, e se guardate a lui con amicizia e con rispetto. Tutto ciò è sufficiente per cambiare e ridipingere insieme il vostro mondo!”.
Come viviamo noi spesso?
A un colore solo?
Chiusi e serrati nelle nostre case, impauriti di essere anche solamente sfiorati da qualcuno o qualcosa diverso da noi?
Riusciamo a mescolarci tra noi per creare un quadro della vita vivo, colorato, espressivo, arricchito da tutti i colori?
Quante volte invece rifiutiamo, esiliamo, ci chiudiamo a chi colora la sua vita in maniera diversa dalla nostra?
Proviamo a colorare di mille colori le nostre vite, i nostri giorni, le nostre famiglie, i nostri posti di lavoro e le nostre scuole, e qualsiasi altro luogo in cui viviamo!

 

Condividi su: