di Elena De Luca

“Da qualche tempo in paese arrivano degli stranieri spaesati. Cercano di attraversare il confine, hanno per bussola un indirizzo in tasca. Per noi che non abbiamo viaggiato, loro sono il mondo venuto a farci visita”.

Erri De Luca è uno dei pochi scrittori italiani che riesce sempre a sorprendermi. Ha una scrittura semplice, essenziale, secca a rilascio prolungato. Scrive sempre storie piccole, ma dai contenuti profondi. Sono piccole perché sanno creare silenzio e ti lasciano tante aperture alle riflessioni. Più che un romanzo “La Natura Esposta” sembra essere una cura per chi si lascia catturare dai vari strati della lettura e dalle sue contrapposizioni: la montagna ed il mare, la vita e la morte, il passato ed il presente, la religione e la laicità.
La Natura Esposta, è la storia di un uomo di montagna che guida oltre confine italiano numerosi migranti scappati dalla guerra restituendogli il denaro previsto come pagamento una volta terminato l’attraversamento. Per questo motivo inizia ad essere disprezzato dalla gente del suo villaggio che lo costringe ad emigrare verso il mare. Lì avviene l’incontro con un’opera d’arte da riportare alle origini. Gli viene affidato infatti l’incarico di rimuovere un panneggio aggiunto dopo il Concilio di Trento ad un Cristo nudo crocifisso. Da quel momento il personaggio inizia un vero e proprio viaggio interiore e reale. Entrerà in empatia con l’opera attraverso la scoperta di nudità che lo porteranno a eseguire il completamento del restauro e lo riporteranno verso casa, verso la sua natura profondamente umana.

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