di Elisa Penna

I passi si susseguono uno in fila all’altro, il sole batte forte, ognuna con il suo passo, chi sceglie una campagna per andare, chi cammina sola. Tutto intorno è colore verde: verde delle vigne, verde delle colline, verde cespuglio di rosmarino, verde occhi di Diletta, verde che è un pò giallo, giallo- ocra color terra bruciata dal sole, verde speranza di trovare dell’acqua, verde spighe appena nate, verde “fammi una foto tra le spighe”, verde cespugli di more che pungono, verde uva acerba che si prova lo stesso ad assaporare. Verde tutto intorno e poi una strada e sulla strada passi. Il mio, il tuo, i nostri passi.

” Cos’è un passo? Il possibile di fronte al tutto” questa è una delle tante frasi che io e Valeria, la mia compagna di viaggio, abbiamo scritto prima della partenza per la Caravona, su uno dei quadernini delle 8 ragazze della comunità Exodus di Cavriana.

Il primo giorno di Cammino, arrivati al santuario di Pancole, diamo alle ragazze, a Sara e Francesca, educatrici della comunità Exodus, dei quadernini che le accompagneranno lungo il cammino. Anche io e Valeria ne abbiamo uno e tutte insieme creiamo, per terra, davanti alla porta di ingresso del santuario, la copertina.

Se ti potessi raccontare in una copertina, quali colori, quali ritagli di giornale, quali immagini sceglieresti? Cosa raccoglieresti lungo il cammino da attaccare?
Cosa vorresti mostare di te? Come lo mostresresti?

Per S. ad esempio è necessaria una controcopertina. Mi racconto in copertina però quando mi va mi nascondo mettendoci una controcopertina come una coperta sicura che mi avvolge.

Quante cose puoi raccontare con delle immagini? Puoi raccontare la te passata, la te presente e il desiderio della te futura come A. che si rivede bambina su un altalena e vorrebbe fare la fiorista, come S. che sogna una amore romantico e ha paura del futuro, come A. per cui è importante proteggere le cose che si amano con un ombrello.
” How many possibilities can you immagine?” ci dice J.

C’è chi si vede sulla strada, chi crede, come V, che la strada alla fine non porti a nulla, chi forse, ha bisogno di dormire un po’ prima di riprendere il cammino, chi ha bisogno di un paio di occhiali, raccolti sulla strada, per vedersi meglio.

Quante possibilità puoi immaginare? Una. La possibilità di un altro passo lungo ilcammino.

Il tema della Carovana quest’anno è ” Io mi presento”. Ogni giorno è dedicato ad una ragazza che si racconta, leggendo la sua ” riflessione” a tutte. E’ un momento emozionante e forte.

Se tu ti dovessi dire che parole sceglieresti?
C’è chi passa tutto il giorno a trascrivere e a modificare la propria riflessione, chi, di nascosto, la condivide con un altra ragazza, prima di leggerla alla sera a tutte, c’è a chi una riflessione non basta allora ne scrive due. Scegliere cosa dire, cosa donare di sé. ” Cosa sono realmente?” ” quanto sono sicura di conoscermi?” scrive S. nella sua riflessione. Posso dirmi all’altro veramente senza che mi ferisca?

Allora il raccontarsi diventa un atto di coraggio, fiducia e dono. Prendo coraggio e provo a riempire questa pagina bianca. Poi accade che non solo io mi racconto ma anche le altre lo fanno e questo mi fa venir desiderio e voglia di mostrarmi un po’ di più, allora riprendo il mio quadernino e riempio un altra pagina bianca, faccio un altro passo. Cos’è un passo? Il possibile di fronte a infinite pagine bianche.

E poi quando devo leggere la mia riflessione, prendo un respiro e rompo il silenzio. Un altro passo. E nel leggere ad alta voce quello che ho scritto, ne faccio dono alle mie compagne e a me e le mie compagne, dopo avermi ascoltata, mi donano ognuna delle parole scritte fitte fitte su fogliettini bianchi. Cosa siamo realmente? Il racconto che facciamo a noi stessi di noi e le parole che gli altri ci donano quando ci hanno ascoltati veramente.

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