Scritto da Caterina Mari

Quest’estate ESF mi ha regalato un viaggio insolito, in un posto familiare, che potrei percorrere ad occhi chiusi, un luogo intimo, che racconta di me. Un viaggio senza partenza e senza ritorno. Nessun biglietto, nessun aereo.

Quest’anno non ho preparato nessun bagaglio, ho accolto il gruppo nella mia casa, aprendo uno zaino di sensazioni, esperienze, punti di forza, timori, consapevolezze, sorrisi da condividere.

Ho cercato di capire ed ho imparato che il viaggio non è solo andare lontano da casa, partire per luoghi lontani e sconosciuti, ma è qualcosa di più: è ricerca, scoperta, attesa, nostalgia, fantasia.

E’ trovare nell’altro una ricchezza, è sentire l’energia nello stare insieme, è sbagliare, crescere, è perdere l’equilibrio per fare un passo avanti.

È condividere la tavola, trasformare una conoscenza in amicizia, esplorare ed esplorarsi.

Abbiamo messo insieme le nostre esperienze, le nostre storie e siamo diventati un gruppo, ognuno ha regalato un po’ di sé all’altro, ognuno ha aperto il proprio zaino condividendo le proprie ricchezze e ripartendo più carico.

Mi reputo fortunata per aver vissuto i due campus, il passaggio di testimone tra i due equipaggi: dalla costruzione della capanna Robinson, alle lezioni di cucina di Carlo.

C’era sempre un filo invisibile che accompagnava il tutto, l’importanza dello stare insieme e della condivisione. La bellezza del fare in gruppo, del costruire insieme, la fatica condivisa e la gioia del risultato finale.

La Mammoletta è un posto magico che accoglie, riscalda, per me è un viaggio continuo di scoperta, cammino ed è stato emozionante poter condividere la bellezza e l’importanza di questo luogo con ESF.

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