Scritto da Giorgia Dell’Uomo

Se chiudo gli occhi e inizio a pensare ad ESF, la prima cosa che mi viene alla mente sono i volti di Cristina e Gabriella, lì in quell’ufficio pieno di racconti, storie, immagini, possibilità, parole…sogni.

Poi c’è quel piccolo grande uomo, con gli occhiali da sole, che non si sa come faccia, ma sa leggerti dentro, sa darti risposte anche a quelle domande che sono ancora ingarbugliate nei lori punti interrogativi e non hai finito di formulare: il Don.

Se chiudo gli occhi e inizio a pensare ad ESF, principalmente penso alle persone che ne fanno parte. Tutti coloro che ci sono stati, tutti coloro che ci sono tutt’ora e tutti coloro che prima o poi si troveranno a percorrere la nostra stessa strada. E poi ci sono tutte le persone che abbiamo incontrato nei nostri viaggi…e qui non posso non pensare di nuovo al Don e alle sue parole, quando dice che un educatore senza frontiere “ha fatto del cammino il testo unico, sul quale laurearsi, in scienze degli incontri”. Perché se chiudo gli occhi e penso ad ESF, non penso ad un’associazione, non penso a quello che fa, penso all’incontro con persone che utilizzano un vocabolario tutto loro; che vivono in città o nazioni diverse, ma parlano la stessa lingua; che se si trovano davanti un foglio bianco non vedono il vuoto, ma leggono storie, vedono colori e creano forme.

E’ bello di tanto in tanto fermarsi, chiudere gli occhi e pensarvi uno ad uno…ognuno con i suoi progetti, ognuno con i suoi sogni, ognuno con il suo sapere, saper fare e saper essere. E’ bello vedervi all’opera con fogli, matite colorate, forbici, colla e passione. E’ bello vedervi nel preparare lo zaino prima di ogni partenza e metterci tanti pezzettini di voi, è ancor più bello vedervi preparare lo stesso zaino al ritorno e riempirlo di tutti gli incontri.

E’ bello di tanto in tanto fermarsi, chiudere gli occhi e pensarvi, è magico aprire gli occhi e vedere che c’è un gomitolo di lana che ci lega tutti.

Pensando ad esf…

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