Scritto da Martina Caloni

Amica mia,
ci sarebbero talmente tanto da raccontare che una delle nostre nottate infinite di racconti non basterebbe. Ogni attimo è importante qui, ma ciò che davvero mi preme di ricordare fissando su carta sono le sensazioni, le emozioni.
Siamo in un posto che definiamo fuori dal mondo solo perché possiede una bellezza che non appartiene al nostro.  Immersi nella natura, casettine di legno e tanto sole che filtra tra le foglie.
Sembrerebbe vacanza se non ci fossero bici e stanchezza a ricordarci che siamo in cammino. Credo che la carovana abbia proprio lo scopo di ricordarci che nonostante gli sbagli che sembrano fermare la corsa della nostra vita, siamo tutti in movimento. C’è chi fa più fatica e chi meno, chi ha la bici vincente e chi quella scassata, e ogni ruota lascia una scia diversa sull’asfalto. Rimane il fatto che un gruppo che fatica insieme è un meccanismo a incastro: ognuno deve essere consapevole della responsabilità che ha verso se stesso e verso gli altri.
E’ difficile essere stranieri e soprattutto straniere donne qui. Ho sempre voluto dimostrare che non ci sono differenze di genere, che conta solo la volontà. Poi te le trovi davanti e puoi solo accettarle.
Allo stesso tempo essere donna mi permette di essere me stessa. Non devo essere all’altezza di nessuno stereotipo.
Qui mi hanno soprannominato la donna del vento perché mi vedono solitaria e pensierosa. Lo sai bene che è nella mia indole, ma non è per tristezza. Sono semplicemente riflessiva e sensibile, e in un ambiente saturo di stimoli mi trovo un po’ disorientata.
Sento che i giorni passano e mi divido tra la malinconia di casa e la tristezza della partenza.  Un mese è quasi passato eppure mi costringo a permanere in uno stato di attesa nei confronti dei ragazzi. Non sono necessari grandi gesti per far sentire la propria disponibilità, l’importante è esserci, essere presenti per dare loro il tempo necessario  di andare al di là della diffidenza e raccontare tutte quelle storie che si intravedono nei loro occhi tra un sorriso e una battuta.
Di certo i momenti più belli sono le animazioni. Con questo viaggio capisco sempre di più l’importanza del teatro nell’educazione.
E’ a dir poco straordinario vedere questi ragazzi, effetti da machismo, con vite dure alle spalle che con la scusa del dover animare i bambini tornano piccoli loro stessi. Quando salgono sul palco sono unici. Si percepisce leggerezza e allegri, un bel sorrido , un po’ di colore sul viso e al diavolo tutto il resto.
Non so neanche come facciano a gestire la vergogna e la timidezza davanti a tanta gente. Io non riesco neanche a concentrarmi per bene la giocoleria. Come al solito hai ragione tu quando mi dici che mi preoccupo davvero troppo di quello che pensano gli altri.
Invece loro si preoccupano di farlo bene e a divertirsi, grazie  a un pizzico di narcisismo.
La cosa strana è che proprio loro, che hanno difficoltà con le emozioni risultano diretti e immediati. Lo sguardo attento è una loro caratteristica, ma sanno bene che se un uomo ammette di aver un problema è uno smazzo all’orgoglio. Per questo non riescono a essere un gruppo unito.
E’ uno spettacolo vederli giocare al mare, alcuni di loro non lo avevano mai visto. Hanno gli occhi spalancati e luccicanti per la frenesia di goderselo fino all’ultima  goccia.
Non è vacanza né lavoro. E’ un modo unico di viaggiare perché non osservi solamente di sfuggita ma vivi questa terra. Penso sia più un viaggio con me stessa, dentro me stessa, in cui la posizione di ogni passo è scelta con uno sguardo nuovo. Sento di avere fame del mondo, come sempre. Uno psicologo potrebbe dirmi che il mio problema è un cratere nel cuore, eppure so che non è di mancanza che stiamo parlando, ma di ricchezza.
Di natura l’uomo è portato a interrogarsi sul senso della vita, alcuni per cercare le risposte guardano subito al cielo scordandosi che è dalla terra la nostra culla comune. Siamo nullità senza l’altro, come poter avere una visione globale necessaria alla comprensione se prima non si assaggiano tutti i gusti più uno del mondo.
E’ facile sentirsi schiacciati dal tutto, ma non possiamo considerarci buoni educatori ed educare al meglio se prima non si è conosciuto il meglio degli altri e per gli altri.
Quando tornerò dirò questo a mio nipote: sono andata a conoscere un pezzettino di meravigliosa unicità, perché solo racimolando il maggior numero di questi pezzi rari si può essere felici e nel giusto.

Non vedo l’ora di un tuo abbraccio e abbandonarmici dentro.

Marty

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