E’ il 15 settembre un giorno come tanti altri, ma non è così, è il giorno della mia partenza per l’Honduras un’esperienza nuova che ho voluto fare a tutti i costi perchè non penso mi capiterà mai più nella mia vita, almeno credo. Dovrei essere tranquillo ma non è così, più mi avvicino e più la mia ansia sale.

Provo un po’ ad immaginare cosa posso trovare  attraverso la testimonianza di persone che ci sono state prima di me, ma non riesco, il mio punto interrogativo si fa sempre più grande.
Il mio sguardo va verso l’oblò e rimango stupefatto da tutto il verde che da noi è difficile ormai vedere e al momento di atterrare rimango sbalordito vedo case-baracche sotto di noi, mi sembra di atterrare in mezzo alla città. La comunità dove sono diretto dista un’oretta dall’aeroporto e dalla mia bocca non esce una parola, i miei occhi occupano così tanto la mia mente da non avere parole, comincio a vedere carri pieni di persone, a bordo donne e bambini, cose che per me sono nuove e insolite, sento un vuoto dentro me, un vuoto a cui non riesco a dare un nome. Ho nello zaino tante domande, non vedo l’ora di arrivare per distrarre la mia mente.
La mia prima settimana è stata una tragedia non riuscivo a capire la loro lingua , mi sentivo fuori dal mondo e mi son detto tante volte che la mia scelta era stata sbagliata però vedo nei loro occhi serenità e mi domando “come possono essere così sereni?”. Ho tanta voglia di fare ma che cosa? Non lo so. Forse quello che posso fare è stare lì insieme a loro, sentirmi uno di loro. Un giorno, quel giorno, i ragazzi hanno raccontato le loro storie di vita e sentendole una dopo l’altra mi sono sentito una nullità, io che credevo di avere tanti problemi , mi scopro “salvo” e anche fortunato.
Mi sento scombussolato, sto rimettendo in discussione tutte le cose in cui credevo, ma sono soddisfatto, come se i primi giorni ormai mi sembrassero lontani.
Credevo di essere molto altruista, ma mi hanno scaraventato in faccia la verità penso sempre al mio benessere per prima cosa, d’istinto scelgo sempre la strada più breve e meno faticosa, ma poi mi chiedo: che soddisfazione ci provo? Ecco tutto questo e tante altre piccole cose mi porterò a casa, non nascondo che mi fanno male queste nuove consapevolezze, ma riconosco di avere avuto una grande opportunità che non tutti possono avere. Ora devo continuare da solo, sarà dura, ma non sarà impossibile!
Antonio

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