Scritto da Vita Accardo

L’ aereo, dopo tanto viaggiare, è finalmente atterrato a Palermo. Sono stordita forse per il solo fatto che non avevo mai visto così tanta neve in vita mia o forse perché dopo tre mesi intensi sono tornata in quello che è sempre stato il mio mondo e che non credevo mi sconvolgesse tanto. È intenso ed emozionate ri-sentire le braccia fiere, ma un pò infastidite di mio padre, è tenero vedere le lacrime di mia madre, ed è dolce sentire il calore di mia sorella, di mia zia e di Salvo ed è divertente essere accolta dal mio cagnolone.

Sono qui, osservo la mia casa, la tavola imbandita di cibo e lo sguardo sorpreso di mia madre nel non avermi rivista scheletrica e sciupata. Sono qui, in quella che è la mia famiglia, il mio paese, la mia cultura. Sono felice di sentire il loro calore e sono felice nel vedere il loro viso sereno nel riavermi accanto.

Sono qui e solo adesso capisco che sono passati tre mesi da quel momento in cui in aeroporto ho detto: <<Ci sentiamo appena arrivo, vi chiamo presto. Vi voglio bene!>>… Invece solo adesso, risento la voce dei miei cari.

Sento quanto li amo, ma allo stesso tempo il mio pensiero va là, va ad Ambalakilonga a quello spazio quasi magico che ti sa riempire d’ amore e di serenità. Il mio pensiero va là, a Fianarantsoa, in quel paese così lontano, ma ormai così familiare, in quel paese dove le difficoltà sono tante, ma l’amore ancor di più, in quel paese dove le malattie sono molto presenti ma dove la voglia di lottare, seppur inconsapevole, è tanta. In quel paese dove il Ti Voglio Bene non è un modo di dire, ma una certezza assoluta. In quel paese dove corri ma puoi anche fermarti per osservare, dove lo stupore e la meraviglia fanno ancora parte della vita; in quel paese dove nonostante la miseria c’è la ricchezza di cuore, dove la gente nonostante ha poco, ti dà solo per dirti grazie.

In quel paese dove paradossalmente senti più vicini gli italiani, con i loro messaggi, con la loro voglia di abbracciarti e con i loro mi manchi. Perché poi ritorni a casa, e senti che a milioni di km di distanza loro c’erano di più. Questo è il Madagascar… la terra dei paradossi, la terra calda ma che ti gela, la terra che ti fa sorridere ma che ti fa anche piangere, la terra dell’amore ma anche della rabbia. La terra dei rapporti veri, che vanno aldilà dei social-network; la terra in cui se hai voglia di parlare con qualcuno non usi whatsApp ma fai anche un ora di camminata a piedi, non solo perchè non hai internet ma perché è bello stare insieme realmente. La terra in cui lasci i tue oggetti ma riempi nuovamente le valigie con i doni che ti fanno. E’ la terra dove senti l’amore…ma quello vero, la terra che ti fa ri-brillare gli occhi, facendoli diventare forse anche più azzurri, anche se vedi tanto “nero”; la terra che ti fa sentire che cè la puoi fare nella vita, perché se un bambino a 6 anni sa vivere solo per strada, tu non sei di meno. La terra che ti fa sentire ricco, che ti fa donare tutti i soldi che hai perchè ti rendi conto del lusso smisurato in cui vivi; la terra che ti abbraccia con i suoi colori ma che sembra allontanarti con i suoi odori, la terra che ti fa sperimentare le tue paure e ti dice che tu sei più forte di loro. La terra che ti fa capire che puoi convivere per tre mesi con le pulci, alla prima doccia calda vanno via, è tutto abitudine. E’ la terra in cui ci sono i bimbi sporchi, soli e maltrattati, ma è anche la terra dove c’è tanta gente che arriva da lontano e sta là “con“ e “per” loro, scordandosi a volte anche di lavarsi le mani prima di pranzo. La terra che ti fa scoprire la bellezza del tuo corpo e del tuo viso, perché lì sei come sei e sei quella che sei; la terra in cui i tacchi non sai più che esistono perché senti che è bello andare a piedi nudi. La terra che se riesci a sentire tua ti farà lasciare là un grosso pezzo del tuo cuore.

 

 

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