Scritto da Claudia Minelli

Circa un anno fa scrivevo di te Sami. La vita di strada e le trasgressioni che  a sedici anni ti seducevano, un ragazzo che vedeva il tuo corpicino che ormai aveva le sembianze di una piccola adulta, la tua sfacciataggine e spigliatezza, una madre che ha avuto uno strano modo di amarti portandoti via da una casa che ti garantiva tre pasti al giorno, la possibilità di studiare e di essere comunque amata da ragazzi ed educatori che erano famiglia.

Circa un anno fa è arrivata la notizia che una nuova vita cresceva dentro di te ; una notizia che vivemmo tutti come un fallimento e  senza troppe speranze.

“Chi sarà il suo bambino?”

Questa è la domanda che mi facevo su di te.

Poi sei stata male, abbiamo avuto paura, non so se più per te o quel bambino, e abbiamo deciso di riprenderci cura di te.
Perché anche se sei andata via Sami, ti abbiamo amata come una figlia, siamo stati male e ci siamo arrabbiati; e per un po’ abbiamo deciso che se quella era la strada che avevi scelto non era più affare nostro. Ce lo ripetiamo ogni giorno, non siamo qui a salvare il mondo e ogni ragazzo che aiutiamo deve voler essere aiutato.

Piano piano ci siamo riaffidati a vicenda e qualcosa è ricresciuto, come la tua pancia che già a cinque mesi e mezzo sembrava un pancione di otto su di te.

Sei stata brava , non ha dato un’altra volta per scontato il nostro aiuto , ti sei impegnata a crescere e a gennaio finalmente è arrivato Harena, che emozione!

Ora dobbiamo ricominciare un’altra sfida perché nonostante i tuoi diciassette anni non puoi più essere una bambina, devi essere indipendente e devi occuparti tu con il tuo compagno di tuo figlio.

So che è difficile, abbiamo comprato dei vestiti e tu hai provato a vendere. L’entusiasmo del primo giorno si è rivelato poi un disastro quando abbiamo capito che non eravamo riusciti a guadagnarci davvero.
ci stiamo riprovando , nonostante le risorse siano meno, siamo stati più rigidi e te lo abbiamo detto con fermezza che così non ce la faremo mai.

Poi abbiamo rivisto tutta la tua fragilità e insicurezza, la paura di non farcela.

Ora siamo così un giorno più amorevoli , ma alle volte intransigenti e severi perché non c’è un infinità di tempo per farcela.

Trasforma la tua fragilità in forza come durante le 48 ore di travaglio e quando senza versare una lacrima hai messo al mondo il tuo gioiello!! come quando hai trovato la forza di sorridere per lui nonostante nello stesso istante che è arrivato  hai perso la tua amata mamma  nel reparto di tubercolosi accanto!

Siamo sempre qui Sami, anche se non lo diamo a vedere, non vogliamo assolutamente che torni  per strada; il tuo bambino è al sicuro, ma vogliamo che un giorno lo sia completamente tra le tue braccia!!

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