Scritto da Valentina Luise

Cammino sulla spiaggia più lunga del mondo. 250 km dal Brasile all’Uruguay di spiaggia brulla e deserta. Decido di raccogliere delle conchiglie, enormi, bellissime… senza accorgermene inizio a selezionarle, o meglio a scartare quelle rotte, spezzate, scheggiate; lo so che probabilmente sono quelle più vissute, che hanno superato onde e scogli per poi adagiarsi sulla spiaggia bianca di questa costa, ma, non so bene perchè, mi destabilizzano, mi interrogano, mi mettono in discussione. E allora le lascio là solitarie e continuo il mio cammino.

Penso però ai ragazzi di Vida Nova e a come, con le loro vite imperfette, siano gli scartini di una società che accetta solo la normalità, la regola, la strada certa e la perfezione. Una società che fa fatica ad ammettere che esistono le conchiglie rotte e che forse qualcuno dovrebbe rimetterne insieme i pezzi, levigarne le ferite e dare loro una nuova possibilità.

In queste tre settimane ho imparato ad innamorarmi dei difetti e delle imperfezioni di queste vite incontrate, che hanno toccato il fondo più buio ma stanno risalendo la corrente con una Fede e una forza di volontà per me sconosciute.

Ho riso finchè la pancia non mi faceva male, ho pianto nel sentire i racconti di questi uomini che con noi sono tornati bambini, ho cantato e ballato con loro dimenticando per un attimo quanto la vita può essere ingiusta, ho imparato la bellezza di sentirmi scartino a mia volta nel mio essere un’educatrice errante, senza frontiere, folle, orgogliosa delle mie crepe e dei miei difetti.

Ho ripensato alla mia vita e sono tornata indietro sulla spiaggia per cercare quella conchiglia che avevo scartato e che ora mi appare come la più bella tra tutte, il ricordo indelebile di questo Brasile che mi ha aiutata a levigare me stessa e mi ha ridato Vida Nova.

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