Scritto da Rosalinda Catalfo

Ed eccoci qua.. di nuovo la sensazione di partire con Esf. Dove vai? In Romania, facce strane, e mi sento strana anch’io, adrenalina e magone.

“Qua” perché un viaggio Esf è un luogo dove ti prepari, aspetti, mentre ogni cosa prende forma, una forma essenziale, le stranezze, la lingua, la scrittura, i difetti i tuoi, della casa e dei tuoi compagni di viaggio e sei pronto a sentirti incapace un’altra volta, addosso i vestiti dello straniero, ti sporchi di terra, sabbia, colori, pane e cioccolata, le persone si raccontano, le strade diventano familiari, senti quei colori addosso, dentro e forti. Non sai, nasci di nuovo, le parole non fanno più paura e puoi farlo puoi lasciarti andare, anche se è passato tanto tempo dall’ultima volta, mentre sei lì in quel luogo dove nessuno ti lascia istruzioni, inizi a capire cosa vuol dire casa, quella che ti accoglie, che ti manca, che vorresti al tuo ritorno.

Il sole è forte sulla testa, pezzi di carta, colla forbici e un libro, questo viaggio racconta storie di burattini erranti, camminano con curiosità, giocano ovunque, si perdono nella notte, hanno paura, dicono bugie e mentre sognano le stelle, aspettano di staccare i fili che li legano. Una musica da lontano rompe l’ovatta calda che avvolge il paese, hanno degli strani nasi tondi e rossi, sorridono, salutano tutti, colorano i marciapiedi, ballano sui carri, chiamano tutti i burattini che incontrano e li portano con loro, chissà se ci saranno anche domani e chissà se li aiuteranno a diventare bambini veri.

Ancora adrenalina e magone, non posso conoscere la storia di ognuno di loro, ma tornerò a casa, con quella pagina scritta, la nostra.

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