Scritto da Giulia Lea
Dopo quasi un mese qui a Nyagatare, tra la scuola e la vita di comunità, ci si sente a casa. Gli odori, i colori, i suoni iniziano a fare parte della nostra quotidianità ed è semplice riconoscere da dove provengano quel rumore di acqua, quel profumo di pane o di chi sia quella camicia a righe bianca e bordeaux.
Qui il sole scandisce il tempo delle giornate.
Qui il sole scalda, scotta, brucia la mia pelle e, la vita, qui, fa lo stesso con me.
Osservo i ragazzi, guardo i loro occhi, vedo i loro sguardi. Immagino le loro storie, immagino la loro vita. Li osservo e quello che percepisco è forza. Quella forza che si ha nel momento in cui la vita ti mette alla prova, qualsiasi età tu abbia, e tu, con le unghie, ti attacchi a tutto quello che hai. Questa forza traspare, trasuda dalla loro pelle. Questa forza se la trasmettono l’uno l’altro. Se la passano, si contagiano.
Osservo i ragazzi e li vedo andare oltre a qualunque cosa. Li vedo camminare, sempre avanti.
Continuano a camminare, chi da solo e chi in compagnia. Continuiamo a camminare e un pezzo lo facciamo insieme. Li prendiamo per mano, o meglio, loro la prendono a noi. Ci accompagniamo a vicenda su questo pezzo di strada condiviso. Stiamo insieme, ci mischiamo il sudore delle nostre mani attorcigliate che non se ne vogliono andare, che non si vogliono lasciare e diventano il segno più palpabile della presenza reciproca. Il riconoscimento più vero che ci possa essere.
Pezzi di vite. Pezzi di storie, tra questa terra rossa che non va via. Pezzi di vite che prendono la tua e te la ribaltano. Pezzi di vite che vorresti abbracciare, non solo fisicamente, ma anche con l’anima. Pezzi di vite che ti smuovono le viscere ed ogni parte di te cerca di ribellarsi, ma non puoi fuggire, non puoi nasconderti, perché ci sarà sempre un sorriso di Turinayo a farti emozionare o la risata di Derike, che fa da colla a tutti i tuoi pezzi rotti.
Qui, stiamo incrociando la strada di questi ragazzi, le loro storie, intrecciamo le nostre mani con le loro. La profondità e l’intensità con la quale i loro occhi comunicano ti spogliano di tutte le difese e le parole non bastano, si fermano.
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