Scritto da Cristina Mazza

Si diceva così ai miei tempi, quando in strada giocavamo con gli amici. Le corse a staffetta, le corse in velocità, nascondino e bandiera. La strada che ci accoglieva come una grande madre, le macchine che si fermavano al nostro passaggio, le nonne alle finestre a fare il tifo per l’uno o per l’altra, e le madri arrabbiate per i pantaloni sporchi, le ginocchia sbucciate, il ritardo a casa, le scarpe inzaccherate.

Pronti… partenza… via! Eccoci ci siamo. Con le scarpe inzaccherate per fortuna, i pantaloni non stirati, di quelli che li lavi e li appendi, le preoccupazioni delle madri e le raccomandazioni delle nonne. Ci siamo. Angola, Madagascar, Sierra Leone, Brasile e Rwanda ci aspettano, ma anche Tursi e l’Isola d’Elba.

Un anno di lavoro intenso, importante, fatto di cammini, di soste, di ritardi, di pensamenti importanti, di significati, di condivisione. Un anno in cui ci siamo preparati a pulirci le scarpe prima di entrare, a chiederci se eravamo pronti o se non lo eravamo, se saremmo stati capaci oppure no.

Un anno nel quale sono successe cose importanti, cambiamenti radicali, scoperte nuove e sconvolgenti. Un anno fatto di incontri e di speranze nei confronti di quell’uomo, vecchio, bambino, madre, adolescente che abbiamo sognato di incontrare e che presto incontreremo perché il nostro fare, il nostro essere, il nostro saper fare si incontra con il fare, saper fare, essere dell’altro in un incontro di scoperta reciproca e di cambio di saperi.

Chissà cosa penseranno le nonne affacciate alla finestra del mondo, quel mondo che non hanno quasi mai visitato e che vedranno attraverso i nostri occhi. Quelle nonne che fanno il tifo!

E quelle mamme che preoccupate dei loro pargoli lontani che accompagnano con un pensiero di preoccupazione misto a orgoglio per quei figli che vorrebbero sempre accanto a sé ma che invece spiccano orgogliosamente verso quel mondo che le stesse madri e gli stessi padri hanno per loro immaginato e incoraggiato

E voi cari ESF? Così preoccupati di questa meta raggiunta e di un’altra che si delinea all’orizzonte come un percorso che non avrà mai una fine fatto di tappe una dietro l’altra senza mai respiro?

Salutate la nonna alla finestra, la madre con le lacrime agli occhi, il padre orgoglioso, gli amici prossimi e lontani che tifano per voi e lanciatevi con coraggio in questa avventura alla ricerca dell’uomo che certamente produrrà cambiamenti e sconvolgimenti, ma permetterà un ritorno al vostro mondo con prospettive diverse e desideri intensi.

Buoni incontri ovunque voi andiate.

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