di Valentina Luise

Mancano solo pochi giorni all’inizio del nuovo anno formativo, conto i giorni come una bambina che aspetta Natale, perché ogni nuovo inizio è diverso, è una sorpresa ed è un regalo per me.

Mi preparo pensandovi e non vedo l’ora di conoscervi. Mi preparo come ho fatto in questa estate durante i miei viaggi, pensando a cosa portare nello zaino e a cosa rinunciare, pensando a cosa troverò e allo stesso tempo cercando di non avere aspettative, organizzando meticolosamente lo spazio per accogliervi anche dentro di me. Perché una formazione con ESF è prima di tutto un incontro di Vite, una mescolanza di esperienze e di caratteri, uno scoprirsi diversi ma simili negli ideali, il realizzare che siamo tanti a credere in un mondo migliore.

E se non siamo pronti ad accoglierci rischiamo di perdere il valore aggiunto di questa formazione. Gli altri.

A conclusione del mio viaggio in Honduras mi sono state regalate delle parole, ora sono io che vorrei donarle a voi, per augurarvi e augurarmi un nuovo inizio. Anche noi vecchi ESF, che sembriamo così navigati nelle formazioni, abbiamo bisogno di mettere in ordine i pensieri prima di ricominciare, e quest’anno in particolare vorrei affidarmi a voi e alla vostra sete di novità e di avventura per trovare la sensibilità, la giusta spinta alla partenza, la voglia di mettersi in gioco che è necessaria prima di un inizio importante.
Eccovi il mio piccolo regalo.

(Dal libro diversamente di don Antonio Mazzi)

… a te che arrivi curiosa e speranzosa…
…a te che senti il tormento e l’inquietudine…
…a te che non sai contenere quello che ti passa dentro…
…a te che ho incontrato per caso…o forse no.

A te che mi guardi e pensi cose che io non riesco a immaginare.
A te che hai deciso per caso o per ragione di fare un pezzo di strada con me.

Tu mi guardi, io ti guardo. Vedo il tempo passato, quello che sono stato e quello che non sono più. Mi sento responsabile per te, ma quella responsabilità di prendere per mano e accompagnare, di lasciare andare e guardare da lontano, di non vederti e costringere i miei pensieri a pensarti.

Ricordo la fatica dei giorni passati per costruire il mio tempo dentro il quale ci ho messo tutte le ricchezze conquistate così da avere un posto nel mondo.

Vi guardo e riconosco la stessa fatica.
Contemplo il tempo della mia maturità.
Contemplo il tempo della vostra giovinezza.

Insieme abbiamo deciso di aderire all’idea di un “folle”, di uno che scommette sulle cose e situazioni più improbabili, in un progetto di chi ama rischiare, andare controcorrente, di chi ha coscienza critica e di chi non si accontenta mai! Forse non ne avevate consapevolezza, ma ora si.

Decidere di stare in questa avventura significa molte, moltissime cose.
Non sarò di certo io a dirvele, molte le avete già scoperte da soli.

Il tema della fiducia mi risuona come essenziale.
Ma più che fidarsi mi piace pensare ad un affidarsi.
Nulla possiamo e nulla potremmo senza questo abbandono responsabile al cuore di chi ci è stato messo accanto. Affidarsi a qualcuno che qualcun altro ha scelto perchè faccia un pezzo di strada con te non è facile. Tutti sappiamo cosa presuppone, ma il gesto dell’affidarsi non è solo parola e sentimento. Non è trasporto emotivo o pensiero fugace. E’ qualcosa oltre noi di cui non siamo padroni. E’ consapevolezza che nulla accade a caso e che un disegno ha preso forma nei tratti e nei colori.
Lo dico a voi e mentre lo dico a voi lo dico a me! Cosa difficile! Complicata!
Spesso la diamo per scontata, la fiducia. Ma va coltivata, addestrata, curata, posta al sole quando fa freddo, riparata all’ombra quando il sole picchia forte.
Bisogna tenerci. Bisogna prendersene cura, bisogna ricordarci.

Ci vediamo presto futuri Educatori Senza Frontiere!
#keepcalmstayhuman

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