di Letizia Gamberi

Giorno 10. Siamo arrivate ormai alla conclusione di questa stupenda esperienza. Inutile dire che il pensiero di dover tornare a casa ci rattrista, ma nonostante questo anche il nostro ultimo giorno sarà pieno di incontri, attività e giochi. Abbiamo organizzato la giornata in modo tale da essere in grado di salutare tutti, a modo nostro.

L’incontro con i ragazzi di Brancaleone ci aveva davvero emozionato e non potevamo tornare a casa senza passare ancora un po’ di tempo con loro. Così il programma di oggi prevede di trascorrere la mattina a Brancaleone con l’attività sui sogni, il pomeriggio ad Africo per un’attività conclusiva e la sera una cena di saluto con gli operatori che abbiamo conosciuto in questi giorni.

Ci alziamo presto e saliamo in macchina alla volta di Brancaleone. Il viaggio è breve, ma il tragitto in macchina è festoso. L’emozione è alta e la traduciamo in canti a squarciagola.

I ragazzi non sono lì ad aspettarci, come avevamo sperato, ma dobbiamo andare a chiamarli nelle loro stanze. Fortunatamente il clima gioioso si ricostruisce in fretta e al nostro invito di prendere parte all’attività rispondo con curiosità e interesse.

L’attività sui sogni che abbiamo ideato prevede una prima parte teatrale. Attraverso delle brevi scenette rappresentiamo degli esempi di sogni per il futuro: diventare insegnante, calciatore, dottore o contadino. In seguito, mostriamo una vignetta dei personaggi di Gibì e Doppiaw che recita “Sorrido al futuro” e che ci aiuta a far sì che la comunicazione sia più facile e immediata. La vignetta veicola il messaggio che vogliamo trasmettere: riflettere, attraverso il disegno, sui propri sogni per il futuro e guardare ad esso in maniera positiva.

Sono felice che le vignette di Gibì e Doppiaw, che ormai considero miei compagni di viaggio, siano arrivate fino a qui e che anche qua abbiano portato il loro potere positivo di far riflettere sull’importanza delle piccole, ma importanti, cose della vita. La semplice vignetta che abbiamo scelto è riuscita a far aprire il cuore dei ragazzi e a farci entrare in punta di piedi nelle loro storie. Ci hanno affidato i loro sogni e ciò che si augurano per il loro futuro. Nel vederli disegnare ho sperato che un giorno ciascuno di loro li possa realmente realizzare.

Dopo l’attività gli consegniamo la foto di gruppo che ci eravamo scattati tutti insieme la scorsa volta, incorniciata da una cornice che noi stesse abbiamo realizzato. I ragazzi sono davvero entusiasti del pensiero che abbiamo avuto per loro e si passano la foto di mano in mano per osservarla da vicino. Pranziamo con loro e il tempo passa così in fretta che è già arrivata l’ora di dover andare via. I ragazzi scendono tutti nel soggiorno e ci stringono la mano. Ho posato e soffermato il mio sguardo dritto nei loro occhi con la speranza di portarli sempre impressi nel ricordo. Dampha mi abbraccia e dice: “Ciao amica”. Comprendo la sua gioia di averci incontrato, di aver giocato e di essersi divertito con noi ed anche per me vale proprio lo stesso!

In questi giorni mi ha davvero stupito l’energia e l’entusiasmo contagiosi che riusciamo a portare nei posti in cui andiamo. Mi stupisce la curiosità di tutti di sapere chi siamo, cosa facciamo e cosa sia ESF. Mi stupisce la semplicità delle attività che proponiamo e che vengono accolte in maniera così entusiasta. Non riesco a non meravigliarmi della potenza del lavoro educativo, di come riesca a fare breccia nella vita delle persone e di quanta voglia di condivisione e di ascolto ci sia.

Saliamo in macchina e torniamo ad Africo. Ci mettiamo subito a lavoro per preparare gli spazi per l’attività conclusiva. Con i ragazzi di Africo abbiamo passato davvero molto tempo e desideravamo organizzare qualcosa che ci permettesse di salutarli a modo nostro.

Anche in questo caso la semplicità ha vinto. Su un grande cartellone abbiamo scritto al centro la parola “GRAZIE” e abbiamo proposto ai ragazzi di disegnare una strada che dal margine del foglio raggiungesse il “GRAZIE”, con l’obiettivo di riflettere e condividere quanto vissuto in questi giorni insieme. I ragazzi hanno personalizzato le loro strade con disegni e frasi, che ci lasciavano per condividere quello che avevano provato. Il cartellone si è riempito di colori, parole, emozioni. In un grande cartellone stavano racchiusi tutti i singoli istanti di questa meravigliosa esperienza.

È stato stupendo concludere in questo modo. È stato stupendo guardarli lavorare ciascuno alla propria strada, ma spalla a spalla al proprio compagno, realizzando un grande disegno di gruppo. È stato stupendo vederli stupiti ed emozionati nel ricevere il piccolo pensiero che avevamo pensato per loro.

Arrivati a sera, ci sediamo tutti intorno al tavolo per cenare insieme agli operatori. Abbiamo cucinato per loro per ringraziarli del tempo condiviso e della disponibilità nei nostri confronti. Seduta accanto ad un degli operatori, trovo il tempo per approfondire la sua conoscenza. In un attimo sul tavolo non ci sono più solo le pietanze che avevano preparato, ma anche racconti di vita, lacrime, commozione e gioia. Sono davvero sorpresa, emozionata e felice di essere riuscita a vivere profondamente ogni singolo momento di questa esperienza. Fino all’ultimo ho coltivato la mia voglia di mettermi in gioco, la mia curiosità e la mia profonda voglia di conoscere l’altro.

È arrivata l’ora di andare a dormire, domani il viaggio è lungo e la sveglia suonerà presto. Anna, la responsabile, ci saluta di fronte all’ingresso della struttura, ci ringrazia per il tempo che abbiamo passato insieme. Due lacrime mi rigano il volto e Anna se ne accorge subito. Sono grata di aver incontrato una persona come lei, coraggiosa, tenace, piena di passione per il suo lavoro, pronta a dedicargli tutto il tempo delle sue giornate. Sono grata per i suoi racconti, per le sue spiegazioni sul tema dell’immigrazione tanto attuale quanto difficile, per le risate spensierate e la sua gioia di vederci lavorare.

Mi porto a casa tanta stima verso tutte le persone conosciute, tanto entusiasmo per il lavoro educativo, tanta gioia per la ricchezza ricevuta dalle storie incrociate, tanto affetto per le mie compagne di viaggio. Spero di essere capace, anche a casa, di continuare a riflettere sulla bellezza che ho incontrato e vissuto in questi luoghi.

 

 

 

 

 

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