di Claudio Cerruti

Pronti, partenza e via…è già passata una settimana da quando Lucrezia, Serena, Laura ed io siamo arrivati in Madagascar presso la comunità di Ambalakilonga.

La nostra prima settimana è stata un po’ di ambientamento, conoscenza del territorio e delle varie attività e realtà presenti; ma anche una settimana di servizio, di programmazione e affiatamento per noi che non avevamo mai lavorato così a stretto contatto.

Ci siamo trovati proiettati in un mondo che non ci aspettavamo e non ci immaginavamo…persone, ragazzi, facce, sorrisi, luoghi e contesti fuori dalle nostre abitudini ma che ci hanno travolto e conquistato facendoci sentire subito a casa a tal punto da farci perdere la nozione del tempo che passa. Ci sembra di essere arrivati da tantissimo tempo e non ci capacitiamo di essere qua da soli pochi giorni. Merito anche della grande accoglienza e ospitalità che ci hanno riservato chi vive questo posto quotidianamente: i ragazzi della comunità, Rosario, Cristina, gli educatori e le nostre tutor Martina e Francesca.

Con noi da pochi giorni si è aggiunta anche una nuova ragazza: Elena, volontaria del progetto CEI “inunaltromodno”, che è qui per documentare e raccontare la collaborazione tra la Chiesa cattolica ed Ambalakilonga, nata con la creazione della scuola professionale per educatori HUMAN.
In questi giorni abbiamo conosciuto i ragazzi della comunità, abbiamo fatto attività in carcere e in alcune strutture per disabili e anziani; ma soprattutto abbiamo programmato le attività che svolgeremo insieme ai ragazzi di Human. Con loro andremo a fare attività di animazione nel villaggio di Ivoamba e contemporaneamente collaboreremo alle attività della scuola Maternelle per le prossime due settimane.

Ci siamo trovati così a confrontarci con diverse esperienze di animazione (che esistono già tra di noi che proveniamo da una stessa nazione, ma città diverse), stili diversi, caratteristiche diverse; ma soprattutto andremo a lavorare in un contesto diverso dal nostro, che ha delle sue tradizioni e origini molto diverse dalle nostre che dovremmo imparare a rispettare.
Nei nostri momenti di condivisione giornaliera abbiamo capito che il confronto, sarà un momento importante di crescita personale e professionale; una sfida personale che richiede che ognuno di noi metta in discussione sè stesso e le proprie conoscenze, mettendosi in gioco in prima persona.

Il tempo scorre veloce, e anche se cerco di non pensarci, mi chiedo quali saranno i miei pensieri quando arriverà il giorno in cui dovremmo riprendere l’aereo per tornare a casa, e come sarà difficile staccarsi da qui. Mi hanno insegnato di non essere possessivo nella vita, ma com’è possibile non esserlo su quello che si è visto, accarezzato e toccato in questi giorni?

Allora la mia valigia sarà sicuramente più stracolma rispetto alla mia partenza e porterà un po’ tutto di quello visto, respirato e vissuto qua…
gli sguardi delle persone incrociate,
le urla dei bambini che ti chiamano,
quelle piccole mani che cercano le tue e ti stringono con un abbraccio,
quella dei ragazzi della comunità che ti chiedono com’è andata la giornata,
quella dei ragazzi del carcere che guardano nel vuoto con speranza,
i ragazzi di Human che partono da casa alle 6:00 del mattino per andare a fare l’attività in un villaggio distante anche tre ore di cammino,
la gioia e l’entusiasmo delle compagne di viaggio mentre fanno un’attività…

Buona notte!

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