Un racconto immaginato e poi, finalmente…

Scritto da Sara Cofani

Sono nata nel Settembre del 1992. Sono cresciuta immaginando l’Africa. Sempre.

Ho continuamente pensato a questa terra e a chi la vive, ai suoi colori, al suo essere così vicina.
Ho incontrato chi ci viveva ed è scappato. Attraverso un mare che unisce le terre.
Il mare. Nere e profonde acque. Un mare che travolge, sbatte, ingoia, sfianca, sgualcisce, annega. Muore.
Il viaggio. Il peregrinare logorante, lontani da sapori e profumi di casa, con un mazzo di chiavi che non apriranno più la tua porta, con appresso l’essenziale. I vestiti, quegli stracci, che forse raccontano una storia. Persone e madri che si spezzano. Figli cresciuti troppo in fretta.
Ci ho pensato spesso, qui in Etiopia, mentre io ed i miei compagni di viaggio siamo ospiti dello Smiling Children Town. Ci ho pensato tutte le volte che i miei occhi hanno incrociato i volti stanchi di chi resiste alla vita, di chi non rinuncia ad un ballo per ringraziare del sapone e della farina consegnati in un giorno di pioggia battente; improvvisando canti e danze su corpi troppo magri.
Difficile mettere nero su bianco le rughe e gli sguardi, raccontare le emozioni che ogni giorno questi ragazzi ci donano, l’essenza del cielo ed il verde brillante che colora questi paesaggi.
In questi giorni conosco persone interessanti, storie coinvolgenti, educatori appassionati ed accoglienti.
Vivo questa esperienza con entusiasmo e dedizione (con tanto di pignoleria ed ansia), ma le emozioni che mi regala ESF sono imparagonabili.
Ecco perché mi sento senza frontiere, con i suoi principi, la sua struttura, i suoi progetti.
Ecco perché ne condivido gli obiettivi e voglio esserne parte.
E’ un continuo arricchirsi, proiettati in un’ottica internazionale, delle avventure dei volontari, che rendono il mondo colorato e vivace.
Per me pezzi di cuore, amici, compagni, supporto.
Non saprei fare a meno di loro, dei miei compagni. Di Francesca, Martina, Lorenzo e Daniela. Delle nostre pause caffè, dopo giornate dense di lavoro e di emozioni, quando ci si consiglia, quando si sogna insieme e si finiscono i discorsi con un “vedremo”, “chissà”, “speriamo”.
Ci vuole impegno, ci vuole sacrificio e coraggio.
Ma di quella fatica, poi,  non si riesce a fare a meno.

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