Scritto da Elena De Luca, Giorgia Dell’Uomo e Michela Gubitta

Era il 25 febbraio del 2005 quando un piccolo uomo in compagnia del suo amico, compagno di chiacchierate sulla vita e sull’educazione donano la vita a quello che loro definiscono un movimento. Un piccolo movimento fatto di uomini e donne, folli e sognatori. Il loro sogno è quello di conoscere il mondo attraverso gli incontri e la condivisione delle proprie storie, dei propri saperi e delle proprie passioni.

Zaino in spalla e via per strade terrose, fangose, polverose, rosse, verdi, in salita, in discesa, asfaltate, con le buche, a piedi, in macchina, in treno, in aereo, in furgone, in bicicletta.

Quanti chilometri percorsi. In quanti paesi approdati. Quante vite incontrate. Quante storie vissute.

Oggi questo piccolo movimento compie 12 anni. Si sta facendo grande. Inizia a capire l’importanza del condividere i propri sogni, che anche se a volte ci sembrano impossibili e utopistici, tentare e crederci ne vale sempre la pena.

Prima due, poi venti, poi quaranta, ora più di cento tengono vivo il fuoco di Educatori senza Frontiere e lo accompagnano e si fanno accompagnare in quell’età in cui la vita è sempre una scoperta, in cui impari a rimanere sulla strada, in cui impari a cadere e tendere una mano per tornare in piedi.

Educatori senza Frontiere è la storia di chi ha deciso di non fermarsi mai, di chi è consapevole che ogni passo è una storia che va vissuta, con pienezza e leggerezza perché non si ripeterà più. È un sogno che diventa viaggio, di quelli silenti di chi entra nel mondo dell’altro sempre con le scarpe pulite.

Chi è in Esf ha dentro di se l’erranza che risuona forte, suoni straordinari interni che vibrano nel viaggio e tra le pagine di un diario, raggiungendo mete da cui ripartire perché noi non abbiamo mai il senso di essere arrivati.

Oggi si festeggia chi in questi anni ha riscoperto la propria identità in luoghi lontani o negli occhi dell’altro, nell’abbraccio del compagno o nel sorriso di un bambino. Si festeggia chi ha trovato la propria casa in Madagascar o in Honduras, chi fa della precarietà il pane quotidiano e chi mantiene viva la passione con la follia.

Dopo anni ci chiediamo perché viaggiamo. Non sappiamo ancora darci una risposta ma riconosciamo nel viaggio l’odore della felicità e questo ci basta per continuare a non stare fermi.

E allora buon compleanno educatore senza frontiere, buon compleanno a te che hai messo un sassolino lungo questo sentiero che ha ancora tanti chilometri davanti, tante strade terrose, fangose, polverose, rosse, verdi da attraversare e percorrere.

Auguri a te che hai regalato un pezzo del tuo tempo in terre vicine o lontane, che sia un mese o due, tre, quattro anni…

Auguri a te, caro educatore, perché hai preso parte a questo sogno rendendolo possibile, a te che continui a viaggiare dentro e fuori la tua storia in nome di quello stesso sogno. A te che semini sogni.

Buon compleanno a noi, Educatori senza Frontiere, a questi dodici anni di mondo e infradito, di strade impossibili, di follia, di precarietà, di passione e avventura, di scartini, di parole e silenzi, di andate e ritorni.

A questi dodici anni di Vita!

 

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