Scritto da Elisa Attilia Casarini

Esperienza.

Incontri.

Formazione.

Viaggio.

Ricordo ossuto, che mi porto e mi porterò addosso per ogni giorno della mia vita.

Sono tornata e mi sono accorta che non ero cambiata, ero semplicemente diversa.

Non solo da prima, ma da tante scelte che la vita mi aveva appiccato addosso.

Era diverso il mio cervello, lo erano i miei occhi, il mio cuore, la mia vita era cambiata e con lei la mia visione di tutto. Se prima ogni aspetto della mia vita doveva avere un tempo, uno spazio e una definizione precisa, se prima tutto doveva stare dentro ad una scatola per essere catalogato, compreso, delineato, ora non più. Ora, il fatalismo che avevo sempre abbracciato non ha proprio più confine.

Ora so che tanti dettagli microscopici della vita sono più fondamentali di molte dichiarazioni eclatanti.

Ora so cosa fare sempre.

Ora so come fare tutto.

Ora so che respirare piano e sorridere sempre sono il primo passo per fare le cose bene, come vanno fatte insomma.

Tutto questo garbuglio è stato potente e speciale, ho sempre risposto così al classico: “Com’è andata?”.

Speciale è una parola bella, è un aggettivo che si da a qualcosa o qualcuno lontano da ogni definizione dozzinale, ma non significa perfetto, anzi, significa diverso da tutto e da tutti.

Significa difficile, faticoso, tremendamente bello, forte matrasformativo.

Bisogna essere pronti e incoscienti allo stesso tempo.

E come desiderio ed augurio, spero che ogni ragazzo che lo è, prenda parte a questa cosa speciale.

I soldi, la scuola, le persone ci sono, vanno e vengono. Ma il tempo ben investito su se stessi NO…

 

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