Scritto da Sara Carrara

Venticinque giorni in Madagascar.

Venticinque giorni con i ragazzi di Ambalakilonga.

Venticinque giorni che mi stanno sfuggendo di mano, che stanno passando troppo in fretta.

E’ ora di prendersi una pausa per guardare da lontano, capire cosa mi è successo e cercare di dare una forma ai pensieri e alle mille sensazioni provate.

Questo è stato un viaggio tanto atteso e desiderato, le aspettative erano poche, quello che è stato tanto era la voglia di provare, conoscere ed incontrare. Ed è tutto quello che è successo.

A partire dai ragazzi, belli come il sole, con dei sorrisi grandi così, senza nessun timore mi hanno abbracciata ed accolto nella loro vita , mi hanno dato la mano indicandomi la giusta strada, mi hanno accompagnata giorno per giorno in questo viaggio. Nel mio viaggio.

Loro pronti a strapparmi un sorriso anche se le cose andavano male, anche se quello che ho visto era troppo.

E poi è davvero bello qui, ogni giorno succede sempre qualcosa di nuovo, di sorprendente, di inaspettato; come oggi con i ragazzi del corso di italiano che rispondono così alla mia domanda su cosa avessero fatto nel fine settimana: ho lavato i vestiti, sono andata a pregare, mi sono fatta le treccine.

E’ proprio un altro mondo qui, con un tempo e dei modi davvero diversi dai nostri, a volte fatico anche a comprendere, ma quello che non manca mai è il sorriso.

Quando cammino per strada mi capita di sentire “Ciao Sara!” Sono loro, i ragazzini di strada; con loro non è stato amore a prima vista, i vestiti sporchi e le mani troppo nere all’inizio mi hanno fatta intimorire. Ma quanto è bello farsi abbracciare da loro, strapazzarli di coccole baciati dai raggi del sole. Salutarli al cancello oggi è stata una stretta al cuore, già gli occhi mi iniziavano a luccicare.

E poi ci sono i tramonti e i cieli stellati, le risaie infinite, che come una bambina con in mano un gioco nuovo   ogni giorno mi perdo ad ammirarli.

Ambalakilonga, una grande famiglia, nella quale pure io ho trovato il mio posto; con Loro che ti dicono grazie, anche se in realtà sono Loro da ringraziare per tutto questo , per l’esempio che giorno per giorno mi stanno dando.

E poi ci sono le tante cose fatte, l’incontro con i ragazzi del carcere, i tanti sguardi incrociati con i bambini dell’orfanotrofio, il riso da sgranare con gli anziani, la pizza cucinata tutti insieme.

Che dire sono stati dei giorni pieni, intensi di cose da fare da conoscere, da provare. Indimenticabili.

Non so se il nostro sarà un arrivederci, lo spero, ma so che il mio pensiero sarà sempre con i ragazzi di Ambalakilonga.

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