Carissima Cri, carissimi ESF,

siete un fiore sbocciato in un periodo della nostra vita nel quale pensavo potessero sbocciare solo crisantemi.

Siete una minoranza capace di volare dove altri faticano a camminare.

Siete una speranza senza difese, un’avventura senza zattere, un sogno fatto ad occhi aperti.

Sono passati vent’anni, ma le stagioni hanno giocato a nascondino e le facce di migliaia di bambini e adulti sono volate tra una nuvola e l’altra come follie in transumanza e abbracci colorati dei colori del cielo e del mare.

Non avrei mai pensato che saremmo arrivati….. e tanto meno avrei pensato che potevate essere un’aiuola sempre verde e un’oasi spuntata tra le siringhe di un parco maledetto.

Quando vi parlo dentro mi bolle il cuore e quando vi guardo vedo tutto quello che non riesco a vedere tra gli altri che pure reputo figli tanto quanto voi.

Cosa dirvi oggi alla vigilia di altri viaggi?

Andiamo via, corriamo verso l’altrove.

Là ci saranno giorni sempre più sereni e campi sempre più belli.

Non abbiamo bisogno di teorie, di mani, di canzoni mai cantate e di sicurezze mai cercate.

Abbiamo solo bisogno che le nostre piccole imbarcazioni trovino rematori che vadano altrove carichi di fantasie sfrenate immersi in realtà trasformate non da teorie sociologiche, ma da sorrisi quasi innocenti.

don Antonio Mazzi

 

Condividi su: