Scritto da Sara Cofani

“Sei tornata?”
Eppure fino a ieri ero lì, seduta in un angolo ad ascoltare le storie dei ragazzi o il rumore dei miei silenzi, ad osservare volti che parlano di un mondo che non immaginavo, camminando lungo quelle strade che di strada non hanno nulla, eppure ti conducono, ti guidano, ti accompagnano.
Percorsi tratteggiati dalla sporcizia e calpestati da scarpe rotte e piedi nudi.
L’Africa mi tira per un braccio, l’altro lo ha afferrato la mia vita di sempre.
C’ erano gli sguardi incuriositi delle donne e dei loro figli avvolti sulla schiena, nel tessuto pesante delle loro stoffe.
C’erano bambini in giro, soli o liberi, dipende dai punti di vista.
C’erano mani che mi afferravano le braccia, occhi riconoscenti del nulla che gli ho dato, odori acri e pungenti a cui mi sono abituata. C’erano i miei vestiti sporchi e l’ ansia di fare il più possibile, di rimediare a tante situazioni, di cambiare qualcosa e di riuscire, nella consapevolezza terribile
dell’ impotenza.
E poi c’era il Centro de “Acolhimento Criança Feliz” ed i ragazzi, gli stessi per cui incontrarti è un nuovo gioco, come una sorpresa sotto l’albero di Natale.
C’erano briciole di pane sulla bocca di Seba, oggetti qualsiasi nelle manine screpolate di Leon, una scarpa e un infradito ai piedi di Mingu, bracciali di perline colorate ai polsi di Eugenio e maglie troppo corte per Kallisto.
C’erano i miei passi imbarazzati di Samba, i loro campionati di calcio ed i nostri premi impacchettati da lunghi fili di lana colorati, gli stessi annodati ai loro polsi.
C’era la nostra stanchezza, il loro sonno durante le lunghe preghiere e l’ infinito entusiasmo durante i giochi senza frontiere.
Ed ogni giorno c’erano le mie preziose compagne di viaggio, con le quali ho sciolto in una risata la strada grigia e polverosa di questo mio ritorno a casa.
Sono partita in silenzio, guardando Huambo nascondersi fra la terra e lasciando che mi entrasse dentro, nel più profondo.
Ma il viaggio continua e non si perde, mentre lascio che le parole dei miei racconti arrivino leggere, così come le immagini e le emozioni che mi porto dentro.
Si, ora io ed il viaggio siamo tornati e sappiamo restare.

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