Scritto da Cristina Mazza

Tempo di bilanci, di riflessioni, di rivisitazioni. Tempo per guardare avanti, per programmare, per sognare.

E’ cosi…. è la fine dell’anno.

E’ questo tempo. Ogni anno ci interroghiamo sull’anno trascorso e ogni anno cerchiamo di guardare a quello che arriva con la fiducia di chi sa che le cose certamente accadranno.

Non so se spetta a me fare i bilanci di questo anno. Credo la parola debba essere lasciata a tutti quegli educatori che in questo anno hanno camminato lungo le strade del Madagascar, del Ruanda, della Sierra Leone, del Brasile, dell’Angola, dell’Italia. Loro hanno fatto ESF in questo anno, loro hanno cambiato le sorti della loro storia e forse un po’ di chi hanno incontrato. Si, sono certa, non spetta a me tirare le somme di questo anno. Il bilancio lo potete godere sul sito di ESF: li ci sono i racconti, le riflessioni, le testimonianze, il cammino di molti giovani che hanno dedicato una parte del loro tempo a crescere come uomini e donne e a camminare a fianco di altri uomini e donne imparando dalle orme della povertà, cosa significa diventare uomini e donne del mondo.

Si perché sono loro, quelli di cui non sappiamo nulla, quelli che ai telegiornali non vediamo più perché siamo troppo impegnati ad aggrovigliarci nei nostri egoismi, poteri e interessi personali . Noi che non sappiamo nemmeno come si sta morendo ora in Centrafrica, noi che i nostri figli non sanno cosa succede dall’altra parte del mondo, ma sanno come si sta vivendo in questo paese che a loro nega la speranza di un futuro diverso.

Sono loro quelli che ci insegnano a diventare uomini e donne del mondo. Quelli ai quali noi abbiamo tolto, quelli che abbiamo negato, quelli che abbiamo abbandonato, sono loro che stanno insegnando a truppe di giovani cosa significa diventare grandi.

ESF forse non cambierà le sorti del mondo, non sarà chiamata in contesti di emergenza sanitaria, di guerre e di calamità naturali. Non è la sua vocazione. Ma nella quotidianità dell’accompagnamento dell’altro dove camminare a fianco diventa pedagogia di vita per me e per l’altro, dove la condivisione dell’atto educativo tra educatori italiani ed educatori locali non si esaurisce nella condivisione di saperi, ma nella testimonianza della vita, dove essere presente da 7 anni in Madagascar e considerarlo casa è una scelta di vita inattaccabile, dove partire e lasciare la tua terra per quella di qualcun altro, camminarla senza paura pensando che sia la terra di tutti nella quali ci sono uguali diritti e uguali dignità, è un passo che cambierà le sorti della storia nostra e di chi incontriamo..

ESF non entrerà nei libri di storia…. Ma certamente avrà fatto la storia delle centinaia di educatori che hanno camminato la terra d’Africa, dell’America centrale e dell’America Latina, dell’Asia, delle periferie italiane. Avremo fatto la nostra storia, in silenzio, in punta di piedi, pulendoci le scarpe prima di entrare, senza grandi pretese, ma convinti che l’educazione, che non si vede e che non è riconoscibile al pari di un ospedale, di una casa, di una chiesa, di una scuola costruiti con aiuti di persone generose, sia lo strumento necessario per il riscatto di una persona e di un popolo. Lavoriamo per questo.

Il mio grazie va a tutti gli educatori che sono passati e che hanno regalato il loro tempo e le loro competenze, e va a tutti coloro che generosamente anche in questo tempo di profonda crisi economica, dove “è difficile tirare a campare” ci hanno guardato da lontano, hanno creduto in noi e ci hanno sostenuto.

Il nuovo anno porterà con sé promesse da mantenere. Insieme possiamo farlo.

Auguri belli di un sereno anno nuovo e all’anno che se ne va…. Comunque sia… è stato un successo.

 

 

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